Come è iniziato il tuo percorso musicale?
“Ho iniziato a suonare circa quindici anni fa, ora ne ho ventisette. C’è sempre stata una chitarra nella casa dei miei nonni, nonni con i quali sono tra l’altro cresciuto. Apparteneva a mio zio, musicista ed animatore turistico che è scomparso quando aveva ventitré anni nell’oceano Indiano per salvare un turista che stava annegando. Nasco come chitarrista ed ho fatto gavetta come tale, suonando in giro cinque anni per circa settanta concerti l’anno. Ho studiato chitarra jazz al conservatorio e nel 2015 ho deciso di riordinare alcune idee abbozzate su pezzi di carta negli anni precedenti. Da queste, tre anni dopo, è nato l’album “Funambolo” ed ora eccomi qui!”
Come hai avuto l’ispirazione per il tuo singolo “Annabelle”?
“Annabelle” è un grande ritrovamento più che una grande ispirazione. Ristrutturando casa ho trovato una scatola di metallo sotto l’intonaco della parete, contenente monete prive di valore e una lettera che mi è stata datata intorno al 1850, nella quale un certo Ennio scrive a Maddalena (divenuta poi Annabelle per scelte metriche) elogiandone ogni aspetto. Nulla di così entusiasmante se non fosse che verso la fine si capisce che lei è in realtà sposata e quindi, loro sono amanti. Ma non gli amanti di oggi! Quelli che si amavano per davvero! Mi spiego: Il 1800 era ancora un periodo nel quale ci si sposava per convenienze sociali, matrimoni combinati, finendo poi per trovare l’amore altrove. Ennio dice addio alla sua amata, senza spiegarne la ragione, ma non nega l’amore verso di lei.“Non abbiate paura, abbiate la calma che dolcemente vi distingue. Ardentemente vi abbraccio, MIA, come sempre desiderata. Con tristezza, senza espressa volontà, addio.” – Scrive Ennio. La cosa per me più bella e romantica è stata poter dar voce ancora una volta a Maddalena che è riuscita nel suo intento di conservare nel tempo, in un luogo sicuro, ciò che restava di un amore che per lei non andava affatto dimenticato.
In “Funambolo” hai raccontato la tua vita e gli episodi che ti hanno maggiormente segnato o colpito. Continuerai a raccontare di te nella tua musica o cercherai ispirazione negli “incontri con il destino” tipo come è successo con “Annabelle”?
“Funambolo” è un disco che parla di “scelte importanti” e dell’instabilità che accusiamo di fronte ad esse. Il funambolo è la più grande personificazione dell’instabilità. Ogni scelta è concettualmente molto semplice, lineare e porta da un punto “A” ad un punto “B”, proprio come la fune del funambolo. La parte difficile è il percorso. L’album è autobiografico solo perché riporto esempi di vita vissuta, ma il concetto che racchiude è più universale. Si può “scegliere” o si può rimanere aggrappati al proprio appiglio saldo e sicuro, rinunciando però alla soddisfazione che ottiene solo chi arriva all’altro capo della fune. La stessa “Annabelle” parla dell’immutabilità dell’amore come sentimento. Ho sempre cercato di scrivere canzoni lasciando una “sedia vuota” al loro interno, sulla quale l’ascoltatore può sedersi, immaginare, riflettere o rispecchiarsi. Il libro bello, per me, è quello che seppur fitto di dettagli, lascia spazio alla tua immaginazione ed io cerco, nel limite delle mie capacità, di fare questo con le canzoni indipendentemente da dove arrivi l’ispirazione”.
Con quale artista del panorama musicale nazionale o internazionale ti piacerebbe collaborare e quale ti ha influenzato di più?
“Motta o Gazzè! Del primo invidio la ricerca sonora e del secondo la scrittura. Sono i primi ai quali ho pensato, ma sarebbe bello collaborare con moltissimi artisti del panorama attuale”.
Progetti per il futuro?
“Suonare tanto! I concerti sono la parte che più amo di questo mestiere. A breve sarà pronto il nuovo disco. In più, il nuovo tour che ho presentato in anteprima in Alessandria insieme ai Sick Tamburo, sarà uno show a trecentosessanta gradi, molto curato e unico. Questo lo devo alla produzione che ha scelto di collaborare con me, a tecnici audio/luci che lavorano anche con grandi artisti come Ermal Meta, Cristicchi, ecc. e alla mia etichetta (Noize Hills Records)”.